Leggero come un velo, lattiginoso come una trama in latex, perché l'abito di Coperni è un esercizio di stile e tecnologia
Tra i momenti più spettacolari regalatici dalla fashion week parigina, il finale della sfilata di Coperni supererà di gran lunga la stagionalità della collezione presentata - la spring-summer 2023 - per imprimersi nella memoria della storia del Costume. La performance dal vivo che ha visto Bella Hadid al centro dello spazio ha ricordato a tanti quella di Shalom Harlow: era il 28 settembre 1998, infatti, e, al termine della presentazione della serie No.13 di Alexander McQueen, la super model veniva colpita da un doppio getto di vernici per auto, utilizzate dalla Fiat, sparato a tutta velocità da due robot. Ventiquattro anni dopo, nel cuore della Salle des Textiles del Museo Nazionale delle Arti e dei Mestieri di Parigi, l'incontro ravvicinato fra uomo-macchina è avvenuto su di una pedana per mano di due scienziati. La modella, sempre al centro e, questa volta, spogliata quasi di tutto, è stata letteralmente (ri)vestita da un aderentissimo long dress bianco, il primo abito-spray prêt-à-porter.
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Nella magia e nello stupore di uno schizzo dalla natura liquida che diventa materia plastica e trama da indossare, moda, arte, design e tecnica si sono intrecciati in un esercizio di stile e tecnologia senza precedenti. Nel buio profondo della scenografia, la sala costruita nel 1850 da Léon Vaudoyer, non a caso, dedicata all'esposizione di filati e macchine per tessere, ha puntato i suoi riflettori sul corpo della mannequin per portare alla luce i frutti di un intenso lavoro portato avanti per sei mesi. Nato dalla collaborazione tra Coperni e Fabrican Ltd, il liquido spray ragiona oggi sulle meccaniche di istantaneità per sublimare il corpo femminile: tenuto insieme da polimeri, biopolimeri e solventi ecologici, la strana fibra che si solidifica a contatto con il corpo fa evaporare le percentuali liquide per restituire una trama dalla consistenza scamosciata, che può essere facilmente lavorata (sulla passerella, una sarta ha addirittura creato uno spacco sulla gonna con una semplice forbice). Messa a punto da Manel Torres, la miscela che sfida i limiti dell'arte plastica non solo potrebbe essere utilizzata per riparare vecchi capi di abbigliamento danneggiati, ma, addirittura, se applicata all’industria medica, per realizzare cerotti, calchi in gesso leggeri e impermeabili, bende sterili e strutture sterilizzate istantaneamente per favorire la crescita di batteri o collageni.
Spray-on fabric, questo il nome del materiale brevettato, "può essere utilizzato per realizzare abiti innovativi che possono essere lavati, portati nuovamente e persino integrati con dispositivi diagnostici in grado di monitorare la salute di chi li indossa", si legge in una nota inviata alla stampa dalla maison fondata da Sebastien Meyer e Arnaud Vaillant. "La consistenza del tessuto può cambiare a seconda delle fibre (sintetiche e naturali, come cotone, lino, poliestere o nylon, ma anche riciclate) e del legante utilizzato, nonché delle modalità di applicazione dello spray". Duttile e trasformista, la mescola gettata sul corpo di Bella Hadid concretizza così l'interdipendenza tra design e sperimentazione, spingendo l'invenzione fuori dal laboratorio perché entri a far parte della vita di tutti i giorni. "Esplorando la scienza della moda, incoraggeremo la comprensione di una tecnologia che deve essere versatile e durevole, che deve fornire materiali per la produzione economica di massa e soddisfare l'infinita creatività degli stilisti e le richiesta del mercato", concludono da Coperni. "Allo stesso tempo, mostreremo come la scienza dietro la moda sia eccitante, affascinante ma anche accessibile".